di Filippo Arillotta

Il sito che oggi è compreso nel Parco Archeologico di Laos è uno dei più ampi ed interessanti della Calabria. In esso si potrà seguire il percorso di una città che rivestì un’importanza fondamentale nell’economia dell’età antica, grazie alla sua posizione strategica sul Mare Tirreno.

La fondazione di Laos

Su un colle fra gli attuali fiumi Lao e Abatemarco, la città fu fondata dai Sibariti, forse dopo la distruzione della loro città da parte dei Crotoniati. Vi risiedettero anche Lucani, che se ne impadronirono definitivamente, inserendola nella galassia delle città italiche. La città sembra essere stata abbandonata dopo il terzo secolo, senza che si siano trovate tracce di eventi traumatici. Il sito consente di conoscere l’impianto abitativo della città, con resti di edifici delimitati da strade; in uno di essi, la “Casa della Zecca” si sono ritrovati i conii per la battitura delle monete cittadine nella caratteristica tecnica incusa.

L’architettura di Laos

Percorrendo le vie dell’antica Laos, si potrà notare il tipico impianto a scacchiera delle città greche, con isolati rettangolari divisi da strade che si incrociano ad angolo retto. Interessanti in particolare due abitazioni. La “Casa del Mosaico” prende il nome dal mosaico pavimentale in tessere di colore azzurro. La “Casa con la Rampa” ha un accesso di lastroni di pietra. Un altro edificio riconoscibile è la “Casa delle Botteghe” dagli ampi vani probabilmente utilizzati per attività commerciali.

La difesa della città era una cinta muraria su almeno tre lati, ancora ben visibile. Rilevante la presenza del quartiere degli artigiani, ben distinto dal resto della città nella parte sud-ovest, dove c’erano le fornaci per la produzione della ceramica.

I materiali preziosi del parco archeologico di Laos

A Laos dovevano risiedere famiglie molto ricche, stando ai frequenti reperti in materiali preziosi che sono stati trovati nella necropoli che si estendeva subito fuori dell’abitato: di particolare importanza sono un anello sigillo in oro raffigurante Afrodite che pesa due Eroti su una bilancia, un diadema d’oro, ceramica decorata. Il reperto più importante è sicuramente la corazza decorata a sbalzo, composta da due parti collegate da catenelle, di un tipo caratteristico delle popolazioni italiche.

Questi reperti sono oggi visibili presso il Museo Nazionale di Reggio Calabria, mentre all’interno del Parco è inserito un piccolo ma ben curato Antiquarium, dove sono esposti i reperti che via via vengono alla luce grazie agli scavi ancora in corso.