di Fabio Cuzzola

Il Parco Archeologico di Sibari mostra la storia di una delle più ricche e importanti città greche della Magna Grecia.

Si sviluppa in una zona che si affaccia lungo la costa jonica dell’alto cosentino e la foce del fiume Crati, in una vasta area topografica denominata “sibaritide”, nome desunto dall’antica polis di Sybaris.

Sybaris è stata, a partire dall’VIII secolo a.C., la colonia più popolosa della Magna Grecia, arrivando in epoca di massimo splendore a contare anche centinaia di migliaia di abitanti. Merito di politiche rivolte ad accordare cittadinanza agli stranieri che ne facevano richiesta.

Parco Archeologico di Sibari: un viaggio nel tempo

La visita al Parco consente di viaggiare nel tempo attraverso resti e monumenti che coprono oltre mille anni di storia. La stratificazione del sito ha custodito vestigia di tre insediamenti: Sybaris arcaica, fondata dagli Achei nel 720 a.C., Thurii, rifondata dagli ateniesi e fiorente in età ellenistica ed infine la più recente Copia, colonia romana sopravvissuta fino al III secolo d.C.

Gli scavi hanno riportato alla luce la fase romana della città di Copia più superficiale negli strati e più consistente. Nell’area detta “Parco del Cavallo” (oggetto di campagne fin dal 1932), è emersa una grande strada lunga ben trecentocinquanta metri e larga tredici.

Sul versante nord-est del parco sono visibili i resti del teatro romano risalente al I secolo d.C. Dietro il teatro è possibile visitare una grande villa urbana impreziosita con pavimenti policromi a mosaico.

Il Parco dei Tori

È stato possibile inoltre individuare un intero quartiere artigianale della Sybaris arcaica denominato Parco dei Tori. Il rinvenimento di pozzi e fornaci richiama la destinazione produttiva dell’area periferica  della antica colonia achea. Abbondanti sono i materiali ceramici databili tra il VII e VI secolo a.C. custoditi all’interno del museo.

Sibari e il Museo della Sibaritide

Il Museo della Sibaritide, posto nelle immediate vicinanze della vasta area archeologica in esame, è allestito in un edificio moderno, progettato dall’architetto  Wallach negli anni Ottanta, è stato allestito in via definitiva  negli anni Novanta del Novecento.

Raccoglie i reperti rinvenuti nel corso delle decennali campagne di scavo condotte nel centro antico e nei siti più significativi della Sibaritide e illustra con oggetti straordinari la lunga storia, usi, tradizioni e costumi del territorio.

Tra questi un accenno particolare merita la statuetta bronze denominata Toro Cozzante, il reperto  più illustre del museo;  ritrovata in un edificio dell’antica colonia romana Copia e risalente al V secolo a.C. Il reperto è considerato dagli studiosi una delle  scoperte  più importante per quanto riguarda la bronzistica  dopo i Bronzi di Riace.