di Filippo Arillotta

Il Parco Archeologico di Scolacium costituisce un unicum nel panorama delle strutture similari.

L’area sorge infatti all’interno di un suggestivo uliveto secolare, oggi proprietà dello Stato, dove un tempo si trovava la città greca di Skilletion. Sulla sua fondazione si tramandano due leggende: la prima dice che a fondarla fu Menesteo, re di Atene; la seconda addirittura la attribuisce ad Ulisse.

La fondazione di Skilletion

La vera fondazione però è più recente, e fu realizzata verso il VI-V sec. a.C. forse da Ateniesi o da Crotoniati. Il sito fu scelto per la sua posizione strategica per i commerci fra Ionio e Tirreno.

Tuttavia della città greca non c’è oggi traccia: sulla sua area fu fondata una colonia romana ad opera di Caio Gracco alla fine del II secolo a.C. e da quel momento conobbe un celere sviluppo, fino alla rifondazione della colonia da parte dell’Imperatore Nerva (Isec. d. C.). In questa fase la città fu ampliata e vennero costruiti altri monumenti oltre a quelli preesistenti.

Dal Foro al Teatro: i resti raccontano la vita quotidiana

La visita consente di immergersi nella vita quotidiana della città. Sono visibili il Foro, con una particolare pavimentazione in laterizio che rappresenta un unicum nel mondo romano; i resti di edifici pubblici fra cui la Curia, il Caesareum e il Capitolium.

Poco lontano è visibile il Teatro, dalla capacità di 3.500 posti, adagiato su una collina, secondo il modello greco; accanto l’anfiteatro, unico esemplare in Calabria di tale costruzione romana. Oltre a questi edifici, sono state trovate terme, due acquedotti, fontane e necropoli.

Veduta del Teatro nel Parco Archeologico Scolacium.

La colonia prosperò ancora a lungo, dando tra l’altro i natali a Cassiodoro, vissuto fra il V-VI secolo dopo Cristo: ministro del re goto Teodorico, concluse la sua esistenza poco lontano, nel monastero che aveva fondato.

Verso il VII – VIII secolo, l’incertezza politica e la continua minaccia di aggressioni, oltre ad un impaludamento dell’area, portarono gli abitanti di Scolacium a trasferirsi verso le zone collinari vicine.

Scolacium e l’epoca normanna

La frequentazione continuò però almeno fino all’età normanna, nel XII secolo, come è testimoniato dalla splendida basilica normanna che affascina con la sua imponenza.

La visita del Parco comprende pure il Museo dove si trovano i reperti rinvenuti durante gli scavi, organizzati in maniera da fare comprendere la vita quotidiana di una città romana: comprende tra l’altro statue e ritratti di età romana, oltre all’avabraccio di una statua colossale in bronzo.

Infine si può effettuare una visita al frantoio ancora in loco, a servizio dell’uliveto in cui si trova oggi il Parco.