di Filippo Arillotta

Visitando il Parco Archeologico di Medma ci si potrà immergere in un antico uliveto che custodisce le tracce di una città greca che garantiva uno sbocco sul mare Tirreno alla sua madrepatria, Locri Epizephirii.

Di particolare rilevanza il suo evidente rapporto col fiume Mesima e i resti dei luoghi di culto e delle necropoli, che arricchiscono il Museo inserito nel Parco. Furono i Locresi a fondare Medma (o anche Medama) per assicurare uno sbocco sul mare Tirreno per le loro merci. Il tutto senza dovere passare per lo Stretto di Messina, controllato dai Reggini. 

Medma: una storia breve ma ricca di vicende

Nel corso della sua breve storia, fra il VI e il IV secolo a.C., Medma andò incontro a varie vicende. Innanzitutto la sua separazione da Locri per associarsi alla rivale Crotone. Quindi la deportazione della sua popolazione ad opera di Dionisio di Siracusa.

Certo è che in età romana il suo territorio, pianeggiante e bagnato dal fiume, fu occupato da insediamenti rurali. In seguito, la mancanza di controllo della foce del Mesima provocò un impaludamento del territorio, che fu bonificato solo alla fine del XVIII secolo.

Il Parco Archeologico di Medma a Rosarno

Il Parco Archeologico della antica Medma sorge in comune di Rosarno. Oggetto di scavi fin dalla fine dell’800, successivamente è stato protagonista di indagini sistematiche che ne hanno portato alla luce tracce significative della vita quotidiana. Tra questi, la struttura degli assi viari, degli edifici abitativi e di un’area sacra e necropoli che hanno restituito il materiale oggi visibile all’interno del Museo annesso al Parco.

L’esposizione parte dalla ricostruzione delle varie tipologia di tombe. Successivamente si possono vedere i ricchi ex voto provenienti dall’area sacra, disposti come su una strada che porta ad una piccola ara sacrificale. Qui è rappresentata una scena tratta da una tragedia di Sofocle. Completano l’esposizione i vasi della collezione Gangemi, fra cui un’anfora che rappresenta la contesa per le armi di Achille.

Il culto di Persefone

Centrale nella cultura di Medma era il culto di Persefone, dea dell’agricoltura perché figlia di Demetra, ma anche dea dell’oltretomba perché moglie di Ade.

Questa dea dal culto misterioso e profondo era stata importata direttamente da Locri, città in cui lo stesso culto era fondamentale. E a questo culto fanno riferimento numerosi reperti che ci restituiscono delle immagini in terracotta che affascinano il visitatore con il loro sorriso enigmatico, che evoca realtà arcane alle quali è impossibile restare indifferenti.