Il ritrovamento dei Bronzi di Riace

La storia moderna dei due Bronzi inizia il 16 agosto del 1972, quando avvenne il ritrovamento al largo di Riace Marina.
Primo Piano del Bronzo di Riace B, esposto al MArRC

L’interesse dei media relativo al ritrovamento dei due Bronzi di Riace fu grande fin dal primo momento.

Travalicò i confini provinciali e regionali, con una attenzione costante che è una delle caratteristiche che hanno accompagnato i cinquant’anni trascorsi.

La storia del ritrovamento e del recupero dei Bronzi di Riace

La storia moderna del ritrovamento dei due Bronzi inizia il 16 agosto del 1972, quando, dopo una segnalazione del sub romano Stefano Mariottini, i Carabinieri recuperarono due statue in bronzo poste sul fondale al largo della località di Porto Forticchio di Riace Marina, sulla costa Ionica della Città Metropolitana di Reggio Calabria. Vicino al loro luogo di giacitura non fu rinvenuto nessuno altro reperto antico che potesse dare indizi sul modo in cui le due statue fossero giunte in quel posto: iniziava così il grande enigma dei Guerrieri di Riace, che ancora fino a oggi non può essere considerato completamente risolto. 

Il luogo del ritrovamento dei Bronzi di Riace: Porto Forticchio

Porto Forticchio – luogo dal quale la Soprintendenza Archeologica della Calabria, guidata allora dal Dott. Giuseppe Foti, coordinò le operazioni di recupero – è un porto antico. Presenta tracce evidenti di una diga foranea antica e una torre di epoca angioina posta sui rilievi circostanti, con la funzione di posto di tassazione delle merci che entravano nel Regno di Sicilia via mare.

Il fatto interessante è che non esistono ricerche archeologiche su questo antico approdo: a quale centro urbano faceva riferimento? Era un porto attivo all’epoca dell’arrivo delle due statue di bronzo? C’è una qualche connessione tra il porto e la vicenda dei Bronzi di Riace?

Il restauro dei Bronzi di Riace: il trasferimento a Firenze

I due Bronzi, dopo un primo intervento nel Museo di Reggio, furono trasferiti a Firenze nel gennaio del 1975. Qui arrivarono alle mani e alle cure dei due restauratori Renzo Giachetti e Edilberto Formigli. Insieme impiegarono un intero anno per completare la pulitura e acquisire i dati relativi alla conformazione delle statue. L’intera operazione presso l’Opificio delle Pietre Dure di Firenze durò cinque anni.

In seguito, i Bronzi furono protagonisti di una mostra aperta al pubblico presso il Museo Archeologico di Firenze, dal 15 dicembre 1980 al 24 giugno dell’anno successivo. L’esibizione ebbe un successo straordinario. Al punto che il Presidente della Repubblica Sandro Pertini volle che le due statue – nella marcia di avvicinamento a Reggio – facessero tappa al Quirinale, a Roma, tra il 29 giugno e il 12 luglio del 1981. Anche in questa occasione, enorme fu il successo, che si replicò presso il Museo Nazionale della Magna Grecia di Reggio, la “casa dei Bronzi”.

I due cantieri di Reggio Calabria

Come già evidenziato nelle prime operazioni di consolidamento, il vero problema delle due statue è sempre stato quello del permanere delle terre di fusione al loro interno. Con un effetto spugna, queste avevano infatti incorporato acqua salmastra per secoli e continuavano a rilasciarla, contribuendo a un deterioramento graduale e costante del bronzo.

Per ovviare a questo inconveniente, si istituirono due cantieri di restauro a Reggio. Il primo presso il Museo, tra il 1992 e il 1995, che ha visto l’utilizzo di apparecchiature meccaniche innovative. Il secondo presso la sede del Consiglio Regionale della Calabria tra 2010 e il 2013. E proprio grazie al secondo intervento, le statue sono state completamente svuotate dall’argilla antica, con una perdita di peso dei reperti pari alla metà di quello che avevano al momento del rinvenimento.