Tra l’VIII e il V secolo a.C. le coste della Calabria divennero luogo ambito e amato dal popolo greco, e i siti archeologici arrivati sino a noi ne sono la testimonianza.
Cinque siti archeologici da non perdere
I siti archeologici, documentano e provano quanto questa terra sia stata un importante centro di snodo e di insediamento. La visita della Calabria permette un percorso ampio di queste aree storiche di grande suggestione e fascino.
1. Parco archeologico di Capo Colonna
Questo parco si estende lungo 30 ettari di terreno dedicato agli scavi e altri 20 ettari con bosco e macchia mediterranea. Sorgeva qui il grande Heraion Lakinion, una delle aree sacre più importanti della Magna Grecia. Ruotava attorno al santuario dedicato alla dea Hera Lacinia, in stile dorico con pianta rettangolare di 6×19 colonne, risalente al V secolo a.C. Oggi del tempio rimane una sola colonna superstite. I primi scavi nell’area del santuario furono svolti tra il dicembre 1887 e il gennaio 1888; le scoperte più importanti risalgono alla fine degli anni ‘80 del Novecento. A loro si deve la scoperta della Via Sacra e degli edifici del santuario.
2. Parco archeologico di Locri Epizefiri
La storia di Locri Epizefiri è millenaria. Inizia con l’arrivo sulle coste della Calabria meridionale, tra l’VIII ed il VII secolo a.C., di un nucleo di coloni provenienti dalla Locride, una regione povera dell’antica Grecia.
Il sito archeologico riguarda la città antica vera e propria con i resti dei suoi Santuari, Teatro, Mura, quartiere degli artigiani Centocamere. Molti reperti possono essere ammirati presso il Museo Archeologico Nazionale di Locri Epizefiri. Tra questi la statua del Togato di Petrara, mentre gran parte dei Pinakes oltre che il gruppo acroteriale dei Dioscuri o le Tabelle dell’archivio del Santuario di Zeus Olimpio si trovano presso il Museo Nazionale di Reggio Calabria.
3. Parco archeologico di Scolacium
L’antica città di Scolacium sorgeva lungo la costa ionica dell’odierna Calabria, a presidio del Golfo di Squillace. L’area del parco archeologico faceva parte dei possedimenti delle famiglie dei baroni Mazza e prima ancora della famiglia Massara di Borgia, che qui produceva olio.
Il parco si estende lungo 35 ettari su una lieve collina a circa 200 metri dal mare. Si trattava originariamente dell’antica colonia greca di Skylletion, cui successe la romana Minerva Scolacium e poi l’insediamento medievale normanno. Il percorso di visita inizia con l’imponente chiesa abbaziale edificata dai Normanni tra l’XI e il XII secolo. Una costruzione che toglie il fiato e che unisce stili architettonici diversi, romanico, bizantino, arabo. Lungo il percorso si incontrano poi il foro, il teatro, l’anfiteatro, la necropoli, ed anche il Museo Archeologico con esposti materiali provenienti dagli scavi provenienti tra il VI sec. a.C.. al VI sec d.C.
4. Parco archeologico di Sibari
Tra i siti archeologici da vedere in Calabria, c’è il parco archeologico di Sibari a Cassano all’Ionio, in provincia di Cosenza, in un territorio che ha goduto della massima fioritura nell’Età del ferro ed è stata un’importante zona di commercio. Al suo interno questo parco racchiude diverse aree: il Museo Archeologico Nazionale della Sibaritide e quello di Amendolara, l’area archeologica del Parco del Cavallo e della Casa Bianca.
Il Museo della Sibaritide, posto nelle immediate vicinanze della vasta area archeologica di Sibari-Thurii-Copia, raccoglie i reperti rinvenuti nei siti più significativi della Sibaritide. Il Museo archeologico nazionale di Amendolara, posto a circa 30 km a nord-est rispetto all’area archeologica vera e propria e al Museo della Sibaritide, e comprende i reperti che lo studioso locale Vincenzo Laviola ha donato allo Stato italiano.
L’area archeologica del Parco del Cavallo riguarda un percorso ricco e stratificato in cui è possibile visitare l’Emiciclo-teatro, le Terme, una ricca domus, la Porta Nord e un tratto delle mura urbane. E infine, il sito di Casa Bianca, che corrisponde alla parte più orientale della città greca (Thurii) e romana (Copia), comprende i resti del santuario di Copia romana, dedicato alle divinità orientali, e alcune tombe monumentali.
5. Parco archeologico di Casignara
La scoperta della Villa di Casignara risale al 1963 e rappresenta una testimonianza fondamentale dello stile architettonico e artistico tipico dell’età ellenistica. Si presume che sia stata costruita nel I sec. d.C. e che sia appartenuta a ad una famiglia patrizia legata all’attività vinicola, un’ipotesi sorta sui molti frammenti di anfore romane ritrovate e alcune raffigurazioni presenti nei mosaici pavimentali.
Accanto alla Villa vi è un complesso termale anch’esso arricchito da mosaici con tessere bianche e verdi. La ricchezza della Villa di Casignara si estende a un ambiente rettangolare e all’utilizzo di intarsi marmorei, materiale proveniente da regioni dell’impero romano, oggi corrispondenti a territori di Asia e Africa.