Il 15 aprile 1895 nasce a San Luca Corrado Alvaro, noto scrittore, giornalista e sceneggiatore. È il primogenito di sei figli. Il padre, Antonio Alvaro, è maestro elementare, fondatore della scuola serale per contadini e pastori analfabeti. La madre, Antonia Giampaolo, è parte di una famiglia della media borghesia. Nel piccolo paese, collocato sul versante ionico dell’Aspromonte, Corrado Alvaro trascorre un’infanzia felice.
L’infanzia a San Luca e il percorso di studi
“Avevo passato dieci anni in quel mucchio di case presso il fiume, sulla balza aspra circondata di colli dolcissimi digradanti verso il mare, i primi dieci anni della mia vita, e pure essi furono i miei più vasti e lunghi e popolati”
da Memoria e vita
Terminate le scuole elementari Alvaro prosegue la sua formazione nel collegio gesuita di Mondragone ed è qui che inizia a scrivere poesie. La sua esperienza in questo istituto non è delle migliori, finisce infatti con l’essere espulso dopo i primi anni di ginnasio perché sorpreso a leggere testi considerati proibiti come l’Intermezzo di rime di Gabriele D’Annunzio. Continua così i suoi studi prima in un collegio ad Amelia e poi al Liceo Galluppi di Catanzaro.
L’esordio in letteratura a 17 anni
È il 1912 quando esordisce nella letteratura con un libretto dal titolo Polsi nell’arte, nella legenda e nella storia. All’inizio del 1915 viene chiamato alle armi e nel mese di novembre dello stesso anno si trova a combattere in prima linea. Nel 1917 vengono pubblicate le Poesie grigioverdi e l’anno successivo convola a nozze con la bolognese Laura Babini, conosciuta durante la guerra. Alla fine del 1919 si trasferisce a Milano, con la moglie e il figlioletto Massimo, in quanto assunto al Corriere della Sera. Sul finire del 1921 però si trasferisce a Parigi. Da lì è corrispondente del Mondo. Sono anni di grande fermento politico a cui non si sottrae, lo troviamo infatti tra i firmatari del Manifesto degli intellettuali antifascisti di Benedetto Croce. Dal 1926 comincia a collaborare alla Stampa e poco dopo diviene segretario di redazione di 900. Nel 1929 è a Berlino, per conto dell’Italia letteraria.
Gente in Aspromonte, Misteri e avventure, La signora dell’isola
Il 1930 è un anno per lui cruciale: pubblica ben tre raccolte di racconti (Gente in Aspromonte, Misteri e avventure, La signora dell’isola) e il romanzo Vent’anni, quello che lo consacra tra i maggiori letterati italiani del ‘900 e gli permette di vincere il prestigioso premio letterario di La Stampa. Nel 1938 è la volta di un altro scritto fondamentale, il romanzo distopico L’uomo è forte in cui ripercorre le “le condizioni dell’uomo sotto ogni oppressione, sia essa di Franco o di Mussolini o di Hitler o della Ghepeù”, condannando i totalitarismi. Sono questi gli anni in cui inizia a lavorare per il cinema, come sceneggiatore e soggettista, e tiene una rubrica cinematografica sulla Nuova Antologia.
Gli anni della II Guerra Mondiale
Nella sua terra natia non fa spesso ritorno e l’ultima volta è nel 1941 per i funerali del padre. Nel settembre 1943 assume la direzione del Popolo di Roma ma con l’occupazione tedesca della città, pendendo su di lui un mandato di cattura, si rifugia a Chieti sotto il falso nome di Guido Giorgi, e si mantiene dando lezioni di inglese. Nel giugno del 1944 fa ritorno a Roma dove apprende che il figlio è prigioniero in Jugoslavia. Nel gennaio del 1945 fonda, con Francesco Jovine e Libero Bigiaretti, il Sindacato Nazionale degli Scrittori, di cui è segretario fino alla morte.
Con ‘Quasi una vita’ vince il premio Strega, sbaragliando Levi e Moravia
Finita la Seconda Guerra Mondiale esce il suo diario Quasi una vita, in cui sono raccolte riflessioni scritte tra il 1927 e il 1947. È questo il libro che vince il premio Strega del 1951, superando in finale le opere concorrenti di Soldati, Levi e Moravia. Nel 1954 deve sottoporsi a un intervento chirurgico per un tumore addominale e il mattino dell’11 giugno 1956, a causa dell’aggravarsi della malattia, che ha colpito anche i polmoni, muore nella sua abitazione di Roma.
Corrado Alvaro è uno scrittore calabrese vissuto da emigrante ma che nelle pagine dei suoi libri ha sempre riportato l’amore, il legame, la familiarità con la terra che lo ha coccolato e allevato. Tra i suoi scritti più importanti ci sono anche L’uomo nel labirinto, Quasi una vita, Lunga notte di Medea e l’incompiuto Belmoro, primo romanzo italiano di fantascienza.